Progetto EPOS

La musica al tempo dei carolingi

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo molti anni di attività di studio e riproposta dei repertori medievali che spaziano tra i repertori sacri e profani lungo lo spazio di cinque secoli di storia musicale, nel 2009, Stefano Albarello, dedica i suoi sforzi alla ricostruzione di un repertorio davvero inesplorato, legato alla cultura carolingia.

Gli chiediamo: 

cos'è EPOS? - Epos è un progetto che avevo in mente da molti anni ma che necessitava di una certa maturità (che dopo oltre 20 anni di studi sul medioevo musicale credo in parte di aver acquisito); si tratta della ricostruzione di un piccolo repertorio di canti profani dell'epoca carolingia che veramente in pochi hanno studiato e che molti per ovvi motivi hanno pensato di non eseguire.

quali sono questi motivi?: Principalmente sono giustamente legati alla difficoltà di lettura della notazione pervenuta che, essendo apparentemente adiastematica (cioè neumi che danno l'esatto numero delle note ma non la loro altezza), ha sempre fatto dubitare della possibilità di eseguire oggi quei canti.

e cosa l'ha spinta a tentare una "riscrittura" in tempi moderni?:  principalmente l'osservazione di quella notazione che in buona parte suggerisce l'altezza delle note (quindi che definirei semi diastematica) e la possibilità che, conoscendo i dettami compositivi desunti dal canto sacro, sia possibile ricostruire quelle melodie, con una certa veridicità.

non c'è il rischio di intervenire creativamente?:  posso affermare che in parte si interviene creativamente ma con un ottica del tempo. Inoltre i notatori che in manoscritti non musicali azzardarono melodie sui testi poetici lasciano una traccia che forse è una bozza creativa. Ma al giorno d'oggi liberandosi del peso degli insegnamenti filologici che, se interpretati alla lettera, ci obbligano  ad abbandonare imprese interpretative come questa, io credo che perle preziose di questo genere rimarrebbero sconosciute ai più.

di che canti si tratta?  Direi che in questo progetto sono presenti i cardini della cultura del tempo che si rifaceva massimamente ai classici latini. Una parte importante sono certamente i canti epici legati alla dinastia carolingia tra cui il pianto per la morte di Carlo Magno. Ma interessantissimi sia dal punto di vista testuale che musicale sono i canti su testi di Boezio e Orazio oltre a quelli di poeti e pensatori coevi al regno carolingio. Non dimenticherei il drammatico brano sulla battaglia di Fontaneto vista con l'ottica della tragedia di una guerra e dei suoi orrori (terribilmente attuale e dal sapore quasi giornalistico). Ma una vera perla del repertorio sono certamente anche alcuni versi dell'Eneide che qualcuno musicò intorno al IX secolo. E' nota la celebrità di questo testo nell'alto medioevo e oltre, e in un manoscritto conservato in Italia c'è una Eneide che oltre ad annotazioni di vario genere conserva delle sezioni con neumi musicali. Si tratta di parti del II e IV libro, da quest'ultimo possiamo ascoltare uno struggente stralcio del lamento di Didone. Vi sono poi alcuni canti che definirei conviviali come un'ode a Fillide e una parodia del cantico dei cantici che già avevo eseguito nel mio lavoro proprio sul testo biblico. (cit. Canticum Canticorun, il simbolo sacro dell'amore - Symphonia 1995).

mi pare che anche la ricerca degli strumenti musicali da utilizzare abbia il suo peso?:  Assolutamente si. Anzi direi che un grande aiuto per ricostruire le musiche mi è venuto dallo studio delle potenzialità dello strumento che certamente era più utilizzato al tempo. la lyra. Questo strumento che oggi conosciamo fisicamente, attraverso alcuni reperti ritrovati durante scavi archeologici, suggerisce di per se la costruzione delle melodie (in buona parte esacordali) che vengono citate anche dai teorici del tempo, cito uno per tutti: Hucbald. In questo progetto sia io che gli altri esecutori utilizziamo strumenti non usuali dei repertori fino qui suonati nei ns concerti. Otre alla lyra c'è la cithara (altro cordofono di classica memoria) la fidula come strumento ad arco, flauti di osso e canna, le campane (utilizzate melodicamente) i salterii. Insomma il suono di questo progetto è davvero suggestivo e le armonie che si generano mi sembra denotino giustamente la ricchezza culturale di quel tempo così lontano.

questo progetto in che cosa si concretizza, quali sono le sue aspettative?: Da un punto di vista personale l'aver dato voce a questa musica mi sembra un bel traguardo; mi piacerebbe che in molti potessero ascoltare questi canti e per questo primariamente ci stiamo muovendo per la realizzazione di un Cd audio con le musiche eseguite. E poi, sebbene i tempi siano infausti per la cultura, speriamo di portare in concerto il più possibile questo programma anche al di fuori dei festivals di settore.   

(2009)

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